Nota per l’incremento dei prezzi dell’edilizia

Anche il Presidente nazionale UNACO, Angelo Grimaldi, lancia l’allarme e chiede al governo di attivare urgenti contromisure

La ripresa dell’edilizia in Italia che potrebbe essere avviata con i cantieri del Superbonus 110 e con i fondi in arrivo per la sistemazione idrogeologica ed efficienza energetica, rischia il blocco per l’impennata dei prezzi delle materie prime che riguardano il settore edile.

Inoltre è necessario frenare i fenomeni speculativi che si sono inevitabilmente innescati.

Abbiamo l’Ilva di Taranto che ripartendo, potrebbe calmierare il mercato dei prezzi per l’acciaio.

Negli ultimi mesi si sono verificati incrementi dei prezzi che superano abbondantemente le normali oscillazioni di mercato, pregiudicando la continuazione dei lavori avviati o anche solo contrattualizzati in questo periodo già problematico per il Paese.

In particolare abbiamo l’aumento del prezzo dell’acciaio, che tra novembre 2020 e febbraio 2021 risulta aumentato circa del 130%; le materie plastiche in genere il polietilene, hanno subito incrementi dei prezzi superiori al 40%, il rame (+17%) e il petrolio (+34%).

LA CONSEGUENZA

Se il trend non cambia saremo a breve al blocco totale dell’edilizia sia pubblica che privata.

Le aziende edili sono in grandissima difficoltà e quindi non mancheranno gravi ripercussioni finanziarie e di patrimonio delle nostre aziende depauperando quanto ancora è rimasto in piedi dopo questa tremenda pandemia.

Tanto per fare esempi concreti, l’impatto sui prezzi dei materiali sarà distruttivo in quanto riguarda il prezzo del ferro per cemento armato, degli infissi in alluminio e in pvc, dei pannelli per cappotti termici, delle pompe di calore per la climatizzazione, per le opere fognarie, per il fotovoltaico ecc. Difatti la transizione energetica stessa è a rischio e dopo tanti anni di progetti e impegni da parte di ogni categoria e delle organizzazioni di tutela ambientale.

COSA PROPONE UNACO

«Ci dichiariamo disponibili ad un incontro operativo ed infatti abbiamo inviato una nota al Governo per chiedere un intervento normativo affinché si preservino i contratti già stipulati e si permetta la continuazione e la concreta ripresa del mercato che solo dopo dieci anni stava rivedendo finalmente la luce». dichiara il Presidente Grimaldi. «Auspichiamo un intervento normativo che contempli anche attività di revisione dei prezzi poiché l’incremento a cui si sta assistendo è fuori da ogni logica commerciale e di metabolizzazione delle dinamiche di mercato. Ed è proprio per la straordinarietà degli incrementi che il Codice degli Appalti non prevede adeguati meccanismi di revisione prezzi ed è per questo motivo che noi li chiediamo, per far si che i contratti del settore risultino nuovamente sostenibili, in mancanza ci sarà inevitabilmente una crisi senza precedenti ed indotta in pochissimo tempo, aggravando la già catastrofica situazione economica del nostro Paese».