Prima Pagina del 29/03/20 – Rassegna Stampa

PRIMAPAGINA ECONOMIA – ASSIMEA, FEDERCOMTUR, ASSOCIAZIONE NORD MILANO e UNACO, al fianco della piccola e media impresa: “Queste le nostre proposte”

ASSIMEA, FEDERCOMTUR, ASSOCIAZIONE NORD MILANO e UNACO scendono in campo con una voce unica al fianco della piccola e media impresa. Sono: Davide Roccaro presidente dell’associazione imprenditori nord Milano AINM, Ernesto De Rosa presidente dell’associazione italiana delle imprese ASSIMEA, Claudio Pisapia segretario generale della federazione nazionale turismo FEDERCOMTUR e Angelo Grimaldi presidente dell’associazione nazionale costruttori edili UNACO. Da sempre attenti nel recepire le esigenze delle piccole e medie imprese, che costituiscono il 95% del tessuto imprenditoriale italiano, oggi più che mai, fanno sentire la loro voce. Una richiesta corale, fatta di proposte concrete, di idee che solo chi conosce da vicino le difficoltà del mondo dell’imprenditoria può suggerire alla politica di mettere in campo.

Adesso è il momento di aiutare i piccoli, coloro che la mattina alzano la saracinesca e hanno come unico reddito e sostentamento, la bottega, il negozio, il bar, il piccolo ristorante.
Quindi il negozio di vicinato, l’artigiano tipico, il piccolo coltivatore, il turismo extralberghiero, i balneari, le imprese edili, artigiani e non, e tutte le aziende di servizi che sono in sofferenza, in quanto svolgono attività per connessione a questi comparti, ad esempio agenzie viaggi, agenzie immobiliari, servizi innovativi, piccole imprese edili e tanto tanto altro. È necessario determinare le perdite e il rapporto tra danno emergente e lucro cessante, fino a tutto il 2020. Da qui, con autocertificazione mirata, attribuire esattamente i flussi, le quote una tantum da elargire alle aziende. Senza alcuna intermediazione bancaria, rating o quant’altro. Questo dovrà valere anche per coloro che decidono di investire sulla crisi per recuperare mercato e appeal, nei confronti del sistema e quindi avere un vantaggio competitivo. Quindi chiediamo un tasso zero fino a 100mila euro per i piccoli fino a 5 dipendenti, fino a 1milione di euro per le aziende che arrivano a 50 dipendenti e 2.5milioni di euro per le altre grandi imprese. Da qui ci vogliono accordi chiari e determinanti, con l’ABI Associazione Bancaria Italiana per
bypassare certi meccanismi e far arrivare quanto più velocemente possibile i fondi direttamente alle imprese, dalla più piccola alla più grande senza lacci, lacciuoli e con meno burocrazia e barriere possibili, e senza discriminare coloro che già hanno subito danni inimmaginabili.
– Pace fiscale a tutto il 2020, considerando quanto già versato.
– Riduzione Aliquote Iva alle più basse per tutti i settori fino a tutto il 2022.
– Eliminazione Tassa di soggiorno per il Turismo. Eliminazione Tasse comunali per coloro che operano nelle città, ed in particolare nei centri storici;
– piani ad hoc per questi ultimi, con incentivi per i giovani che vogliono aprire una bottega.
– Per le imprese edili, minore burocrazia verso enti pubblici, con conseguente sblocco di pagamenti immediati per i lavori eseguiti, senza formalità ulteriori e la sospensione immediata di bandi per
le gare d’appalto, se non per quelle relative ai comparti essenziali per l’emergenza Covid-19.
Tutti i bandi, pubblicati per le aziende che vogliono riconvertire per produrre materiali per gli ospedali e DPI ad oggi, passano da Invitalia e le lungaggini burocratiche non consentono di avere subito a disposizione quanto serve per cominciare, il prima possibile, ad essere utili in questo difficile momento. Quanto promesso dall’Eurozona e da noi richiesta, relativamente al patto di stabilità, è la possibilità di spendere a piacimento i fondi non spesi dall’Italia; questi debbono essere immediatamente immessi nel sistema, con una potente iniezione di fiducia nei confronti dei settori più colpiti, eliminando tutto ciò che, in questo momento non è strettamente necessario alle esigenze precipue
del nostro Paese verso le PMI, le botteghe, gli autonomi, le Partite Iva che aspettano, ad oggi, ancora i 600 euro promessi. È il momento di agire con celerità e fermezza verso coloro che, fra pochi giorni, non potranno più portare il pane a casa. Senza le imprese, non esistono gli operai. Senza lavoro, muore la Nazione.
Non è il momento di sottoporsi ai diktat dei soliti noti, (associazioni e sindacati autoreferenziali che
influenzano le scelte del Governo).

fonte PrimaPagina